IL DOJO

Regolamento della scuola di Arti Marziali Antiche


La Scuola è luogo di rispetto, dove si studia in nome della saggezza, l'allievo quindi, si comporterà in modo conveniente, osservando il silenzio e nel massimo rispetto verso gli altri.

L'allievo parlerà solo dopo aver avuto il consenso del Maestro che lui chiamerà esclusivamente Maestro, ogni volta si rivolgerà a Lui.
L'ammissione a questa Scuola, può essere accettata soltanto tramite gli Anziani che saranno serenamente responsabili dei nuovi allievi da loro stessi presentati.
Una volta accettato dalla Scuola (dopo un periodo di circa cinque mesi), l'allievo che intende coltivare l'Arte Marziale nella luce dello Zen, è responsabile di far parte di una disciplina che non accetta, se non per intercessione del Maestro, una interruzione, prima che l'allievo sia pronto almeno in minima parte, a portare con se gli insegnamenti della Scuola.
La Scuola non ha fini di lucro o di violenza; chiunque, a luogo e tempo indeterminato, ne facesse gioco o uso errato, verrebbe severamente punito a tutti i livelli, da ciò che lui stesso o il Maestro per lui, ha liberato in se.

Chiunque fa parte di questa Scuola, è sicuramente degno di portare la cintura del chimono, è cosa grave quindi se il Maestro la fa smettere, a chi, sebbene momentaneamente, ha perso la giusta strada.

Il Maestro non insegna lo Zen, ma aiuta i suoi allievi a trovarne la via, è quindi grande offesa al Maestro e alla Scuola stessa, quando l'allievo, nell'ipocrisia dice quello che vuole pensare anzichè quello che sente serenamente, giacchè pensare è volere e niente di ciò che si vuole in questo modo, appartiene alla via dello Zen, soltanto l'umiltà e il non considerare, sono le doti principali di chi, in questa Scuola, si uccide per essere assolutamente vivo. In questa luce, il Maestro ha potenzialmente nelle sue mani, la paura, l'istinto e la vita dei suoi allievi, della quale egli può disporre a suo giudizio, per questo è necessaria da parte di questi, una fiducia illimitata nel loro Maestro, affinchè essi possano dare se stessi ad ogni costo e quindi respirare sereni nella non comprensione, senza essere spinti continuamente a misurare tutto ciò che succede loro intorno.


 

E' buona regola quindi, non meravigliarsi se il Maestro o la Scuola appare a volte incomprensibili, essi devono portare gli allievi ad aprire una porta che non esiste, eppure questa è.


ALCUNE IMMAGINI DEL DOJO


 

Io sono acqua e come tale prendo ogni forma di chi mi vuol contenere.


Ma non siate voi fuoco, perché non riuscirò a spegnervi.

Comunque vi sfuggirò e mi ritroverete nell'aria, in ogni dove, pronto a ridiventare acqua e continuare l'eterna sfida.

 

Sensei Loris Salvalaggio
7° Dan di Jūjutsu Zen